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POESIE POLITICHE E ROMANZE
Altri il pusillo spirito
onesta d’un vel pio;
piaggia i tiranni umile
e sen fa bello a Dio.
Come se Dio compiacciasi
quant’è piú l’uom servile,
Tuoni sovra cui la nobile
immagin sua stampò !
E quei che fean dell’ itale
trombe sentir lo squillo
lá sulla Raab, soldati
del tricolor vessillo,
che a tener fronte, a vincere
correan, per tutto usati
l’austro, il boemo, Tunghero
cacciar dinanzi a sé,
dove son ei? Giá l’inclita
destra omicida è polve?
tutte virtú l’argilla
del cimitero involve?
o de’ conigli l’indole
anco il leon sorbilla,
e dei ruggiti immemore
lambe a chi ’l calca i piè?
Al dubbio amaro, l’Esule,
come una man gli fosse
posta a oppressar sul core,
si risenti; si scosse
a distrigar l’anelito,
a benedir l’albore
che dalle vane immagini
al ver lo ravviò.
Desto, ammutito, immobile
il suol com’uomo affisse
che del suo angor vergogni:
poi quel che vide ei scrisse.