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come conducente diritto allo scopo ultimo che l’arte poetica si prefigge per unico, sur una strada dove spesso fo sagrificio della pura intenzione estetica ad un’altra intenzione, dei doveri di poeta ai doveri di cittadino. Nel conflitto di queste due sorta di doveri è da ravvisarsi un’angustia per l’uomo che ne sente l’importanza di entrambe; e nella prevalenza in lui della devozione civile sulla devozione estetica è da riconoscersi, se non m’inganno, qualche cosa d’onesto: la sottomessione dell’amor proprio all’amore della patria. Siamo uomini tutti, e tutti l’abbiamo la nostra ambizione, ed è scempiaggine il dir di no: né io pretendo che mi crediate non aspirante a qualche fama di poeta, non parziale fors’anche nell’estimare i diritti ch’io possa avere ad essa, per quanto deboli me li rinfacci la coscienza. Se di una tale ambizione ho fatto dunque olocausto ad altre considerazioni, forse anche voi dovreste, nel giudicare i miei versi, procedere con qualche riferimento a quelle considerazioni. Per male allora che andasse la causa mia dinanzi a voi, questo almeno sareste tratti a dover dire: — Ha fatto un cattivo poema, ma una buona azione. So che mi si può apporre la stoliditá di avere scelto per mezzo a compiere quell’azione i versi, quando, se il compierla era quello che piú mi premeva, la prosa era il mezzo piú espediente. Mi porterebbe troppo lontano il rispondere a questa obbiezione. Basti per ora ch’io accerti, chi la facesse, che non è poi tutta stoliditá quella scelta: ci pensi, e gli verrá indovinato il perché. Proponendo a voi, dilettissimi, come ho fatto, la sentenza da pronunziare, è manifesto anche nei termini di essa come io senta benissimo che altro galantuomo, posto nelle strette mie, avrebbe potuto servire alla patria con meno ripudio dell’estetica. Ma che volete ch’io vi dica? Il tipo del bello l’ho in capo talvolta; ma quando si tratta d’ imitarlo coi fatti, dálie dálie, non mi riesce. Insomma non ho saputo far meglio. Questo per altro sia segreto confidato a voi soli: di grazia, non ne fate il segreto delle comari, non riditelo in piazza. Finora, per quanto io abbia detto in difesa od in offesa mia, non ho fatto che stare sulle generali ; ed è un modo di parlare