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e voleste punimermene; ebbene, negate anche voi risposta ad una interrogazione mia, e le parti sieno subito pari. Eccovela: domando a voi, a voi che m’avete mostrato tante volte, con parole e con esempio vivo, come le cognizioni umane s’ incatenino e s’aiutino l’una con l’altra, domando se v’abbia o no differenza tra la suscettibilitá intellettuale, se cosi è ben detto, dell’ uomo che non sa i fatti altrui e quella dell’uomo che non sa neppure i fatti propri. D’altronde, per avere coraggio di metter fuori de’ discorsi storici in occasione di pochi versi, è mestieri far que’ discorsi come li sa fare un certo tale tra di voi, entrando in materia ricco di letture, d’idee, di acume critico, di veduta ampia e di nuove e franche considerazioni; per modo da non sapersi se doverlo piú ammirare per la tanta bellezza delle sue poesie o per la tanta sagacitá delle sue note. Ma allora le note fanno cosa da sé; sono un libro a parte, osservazioni storiche indipendenti dai versi. Ma per riuscire al quale e al quanto a cui riesce quel certo tale, maliardo benedettissimo, sono, almen che sia, requisiti indispensabili abbondanza di tempo e trascendenza d’ingegno: due cose queste, delle quali io patisco un pochetto, e piú che un pochetto, di penuria. Non dirò delle due quale piú manchi, né cerco pure di avverarmene io stesso: giacché né voglio dar sospetto ch’io parli con quella modestia che puzza d’ ipocrisia, che sa di convento; né tampoco rovistarmi troppo addentro i segreti della coscienza. A questo mondo, per viverci un poco meno malcontenti, non bisogna poi volere appurar tutto a un puntino. Lasciati andare senza corteggio di note i fatti storici eminentemente tali, conviene ch’io non usi maggiori cerimonie verso i minuti accidenti di essi. Neppur di lontano vorrei parere d’imitare quel fanatico che, a far vedere quant’egli abbonasse ogni odore d’aristocrazia, negava con brutto sguardo il saluto a qualsiasi buono o tristo de’ nobili, e profondeva carezze a qualsiasi buono o tristo de’ plebei; né mai aveva posto mente che s’egli, alla larga d’ogni sorta di canagliume, da quello de’ trivi fino a quello de’ palazzi, si fosse tenuto urbano e rispettoso con ogni