Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/40

40 POESIE POLITICHE E ROMANZE
25 Ne’ teatri, lunghesso le vie,
fin nel tempio del Dio che perdona,
infra un popol ricinto di spie,
fra una gente crucciata e prigiona,
serpe l’ira d’un motto sommesso
30 che il terrore comprimer non può:
— Maledetta chi d’ italo amplesso
il tedesco soldato beò ! —
Ella è sola: ma i vedovi giorni
ha contato il suo cor doloroso;
35 e giá batte, giá esulta che torni
dal lontano presidio lo sposo.
Non è vero. Per questa negletta
è finito il sospiro d’amor:
altri son i pensier che l’ han stretta,
40 altri i guai che le ingrossano il cor.
Quando Ponte che il di l’han ferita
la perseguon, fantasmi, all’oscuro;
quando vagan su l’alma smarrita
le memorie e il terror del futuro;
45 quando sbalza dai sogni e pon mente
come udisse il suo nato vagir;
egli è allor che alla veglia inclemente
costei fida il secreto martir:
— Trista me! qual vendetta di Dio
50 mi cerchiò di caligine il senno,
quando por la mia patria in obblio
le straniere lusinghe mi fenno?
io, la vergin ne’ gaudi cercata,
festeggiata — fra Pitale un di,
55 or chi sono? L’apostata esosa
che vogliosa — al suo popol menti.
Ho disdetto i comuni dolori,
ho negato i fratelli, gli oppressi,
ho sorriso ai superbi oppressori,
a seder mi son posta con essi.