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sommerger nella fredda onda letea anco i liberi affetti? A te mandando l’ultima voce e l’ultimo sospiro, 30 non formò Bossi tuo questo sospetto: ma di sé conscio allora, anche in te vide sotto l’austero vel delle sembianze il voler vigoroso. E fu il sospiro parola d’amarezza: — Una crudele 35 necessitá s’ innalza, ed al cor mio invidierá lo spandersi nel tuo: sarem disgiunti, o caro. E tal v’ha forse che per la mia partita al meditato odio ch’io non mertai, libera il freno, 40 e mi prega l’obblio fra le mie genti. Ma pe’ miei fati, e per quel ramo verde che fa sacra la tua giovine chioma, giuro, stará il mio nome; e avranno onesta la sepoltura queste ossa che tanto 45 sentono giá la morte. E noi disgiunti pur ci ameremo; e a te saran dilette le mie memorie, e vinceranno il tempo. — Dell’egro Bossi allor tutta parea raccòrsi sotto i cavi archi del ciglio 50 l’anima fuggitiva, e soffermarsi nella immota pupilla. E la pupilla, corrusca d’ immortai raggio, parea consacrar la promessa. Oh a te piú cara, piú d’ogni altra qualunque ora gentile 55 che mescer possa un gaudio alla tua vita, l’ora, o amico, che nunzia a te venia de’ bei sensi soavi! Ah! si per lei, per lei pon modo al tuo dolor. Compagna delle vergini Grazie ama i poeti, 60 dea vereconda, la Pietá: né ad essi, onde attestar la mite aura del nume,

  • d’uopo è un lutto recente. O se ti giova

lusingar l’aspra cura, almen di carmi aurei la vesti; e sia splendido il pianto. 65 Sotto un salice assiso in vai di Sorga solitario cantor stava gemendo