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FRAMMENTI DI UN POEMETTO SUL LAGO DI COMO i Aura gentile te su leggiera gondoletta intanto sospinge per le chiare onde del lago, né il lene moto a te rompe gli sguardi che sul prossimo lido a posar vanno; ma le splendide ville onde s’ adorna e l’una sponda e l’altra contemplando: — O voi felici — esclami, — a cui fortuna questi riposi accorda e queste sedi ! — E tanta voluttá mentre tu bèi per gli occhi, assorto in estasi, la via corri dell’onde, e della via non sai. Finché, i remi allentando, il nocchier sosta la navicella e tace. Allor ti scuoti al rovinio che fan precipitando l’ acque del fiume a piè d’antica villa, che fra l’ombre de’ suoi freschi mirteti un di accolse quel grande a cui Natura, premio di lungo amor, nuda si offerse, ed ei nuda trattolla. E qui sovente col sentimento delle glorie sue, co’ suoi pensier vivea l’avventuroso; e com’ei la descrisse, ancor la fonte, obbediente ai riti, ora s’innalza, ora umile s’abbassa, e fugge, e riede con perpetua vicenda. I lidi ancora suonano Plinio e il fortunato ingegno; e memoria di lui serba la fonte.