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trascinato da prigione a prigione, caricato d’ insulti, finalmente per ordine segreto d’isabella venne tratto a morte. La barbara maniera colla quale fu spento fa gelare d’orrore. Entrati di notte i suoi custodi, lord Cournay e lord Montravers, nelle stanze da lui occupate nel castello di Berkley, e corsi al letto su cui l’ infelice aveva alquanto sommerse in profondo sonno le proprie sventure, gli coprirono il volto con un guanciale perché gli fosse tolto il gridare; poi, ficcatogli a viva forza nel corpo un corno forato, introdussero per quello un ferro rovente e gli bruciarono le viscere. Ad onta degli sforzi degli assassini, erano cosi disperati i suoi gridi che furono uditi nel silenzio della notte a gran distanza dal castello. Per quanti falli possa aver egli commessi, per quante siano le colpe delle quali il censor severo possa accusarlo, l’odio per lui concepito da chi leggerá la sua vita finirá sempre a questo passo, ed un altro affetto piú umano occuperá intero il cuor del lettore: la compassione. 14. Lupa di Francia . — Isabella di Francia. Vedi la nota qui sopra. Ella è una curiosa osservazione da farsi nella storia inglese, che quasi tutte le donne che dalla corte di Francia passarono al talamo de’ re d’ Inghilterra trassero in rovina i loro sposi, perché impastate di tutti vizi. 15. Nasca da te. — Odoardo terzo, che, allegando pretensioni, perché figlio d’isabella, alla corona di Francia, ne assunse il titolo di re, e mosse guerra a Filippo di Valois, salito a quel trono, a cui mancavano indisputabili eredi, coll’appellativo di Filippo il fortunato; appellazione che gli si convenne per assai poco tempo. Dichiaratagli da Odoardo la guerra, vide egli sconfitta e interamente disfatta dagli inglesi la sua numerosa flotta, e battute sul continente in molti incontri le sue truppe. Dopo varie sospensioni d’armi, che la malafede o dell’uno o dell’altro rompeva sempre, Odoardo egli stesso in persona portò l’armi in Francia, e vi ottenne considerevoli vittorie. Fra queste è notevolissima quella di Crécy nell’anno 1346, in cui restarono sul campo ben trentamila francesi, quantunque l’armata loro, forte di centoventimila combattenti, stesse a fronte di soli trentamila inglesi. Dopo altri fatti, di minor conseguenza invero, ma di vantaggio sempre per Odoardo, uno armistizio egli conchiuse con Filippo, cui la morte di quest’ultimo die’ fine. Giovanni, il figlio, gli succedette, ed Odoardo, che lo conobbe forse piú debole del padre, gli fu addosso coll’armi, e le sue truppe comandate dal «principe Nero» diedero scaccomatto ai francesi a Maupertuis vicino a Poitiers l’anno 1355. Anche questa volta i francesi ebbero una piena rotta da un nemico sproporzionatamente inferiore in numero. Tagliato a pezzi tutto il fior dell’armata, fugato il restante, abbandonato Giovanni dagli stessi suoi figli che contribuirono con una sol fuga alla sconfitta, dal piú giovane solamente accompagnato, che in etá di tredici anni combattè sempre a fianco e in difesa del padre, ferito egli stesso in faccia, fu fatto alla fine prigioniero e tradotto a Londra.