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XXXVI
LA MORA INGANNATA DAL CRISTIANO
Yo me era mora Morayma...
Catte, de romances (Valencia, 1517).
Son Moraima, son la mora,
la moretta da’ bei sguardi.
Un cristian fu all’uscio mio;
m’ingannò con lai bugiardi.
5 Mi parlò il parlar d’Arabia,
come quei che ben lo sa:
— Apri l’uscio, o mora bella,
se da’ guai ti salvi Ala !
— Chi sei tu, perch’ io, meschina,
io ti disserri il chiavistello?
— Son Masote, sono il moro,
di tua madre son fratello.
Un cristian lasciai lá morto,
e l’alcaldo m’ insegui.
15 Vita mia, se tu non m’apri,
mi vedrai trafigger qui. —
Miserella, gli do ascolto;
salto giú dal mio lettino;
non trovando la gonnella,
20 vesto appena un sol cintino.
E giú all’uscio me n’andai:
non l’aprii, lo spalancai.