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VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE
ROMANZA OTTAVA
Esse buen Gonzalo Gustios...
Rotti, de Sepulveda (Anvers, 1566).
Gonzal Gustio, quel buon uomo,
vuol tornarne al suo retaggio:
fuor di Cordova, inver’ Sala
ei si mette a tòr viaggio.
Fa pietá veder com’esce!
Custoditi sotto il saio
porta i teschi de’ figliuoli,
porta il teschio del lor aio.
Pover’uom! con quelle teste
da Almanzor si accommiatò.
La sorella d’Almanzorre
nel commiato gli parlò:
— Don Gonzalo, sono incinta
della vostra compagnia.
Dite voi quel ch’io far deggia:
compierono, in fede mia ! —
Don Gonzal le rispondea:
— Se gli è un maschio, si convien,
come vuol cavalleria,
che ’l facciate educar ben;
e che quando sia cresciuto,
mel mandiate al mio castello. —
E dal dito, mentr’ei parla,
vien cavandosi un anello,
e il dimezza, e ne dá in mano
alla mora una metá.
— Ecco il segno: a me il moretto
questo un di mi recherá,
affinch’io, quando mai venga,
lui conosca ed egli me. —
Disse, e andò con quell’idea
saporandola intra sé.