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— Oimè, figlio! oh, Gonzal mio!
nulla piú mi fa martir
che il pensare a donna Sancia,
a quel ch’ella ha da sentir.
Disgraziata madre tua!
in te lieta si specchiava,
in te sempre avea gli sguardi,
sovra tutti ella ti amava ! —
Ecco in quella i mori, i mori !
la battaglia ecco appiccata !
Con lor targhe, con lor lancie
stan gl’infanti alla scontrata.
— Su ! Sant’ Iago ! — e si gridando
dièr di cozzo in quei di Ala:
fèn de’ mori un gran macello,
ma in fin morti restar lá.
ROMANZA SESTA
Brano della romanza:
Los siete infantes de Lara...
Rom. de Sepulveda (Anvers, 1566).
Giacean morti i sette infanti,
tutti e sette quei di Lara;
giacean morti col lor aio
lá sul campo d’Almenara.
Sanguinose dai lor busti
via le teste vanno a tórre:
di li a Cordova le tranno,
ne presentan re Almanzorre.
Guarda il re su quelle teste,
e ne sente gran pietá:
guarda pur se le conosca,
e conoscer non le sa.