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194 VECCHIE ROMANZE SPAGNUOLE
Contentossen la regina,
350 e Bernardo ella pregò:
— Cavalcate, e vi prometto
ch’io col re mi acconterò:
chiederogli il padre vostro,
né a me certo il niegherá. —
355 Via Bernardo; ed a obbedirle
monta in sella e se ne va.
Va in l’ aringo; e si forzuto,
quando innanzi al re li passa,
si forzuto al «saracino»
360 tira il colpo che il fracassa.
Come Alfonso ebbe veduto
far quel fatto cosi forte,
al convivio su a palazzo
trapassò con la sua corte.
365 Ricordando alla regina
quella grazia che ha promessa,
don Tibaldo e don Ariasa
di compirla le fean pressa.
Venne al re, senza piú indugi,
370 la regina e prese a dir:
— Deh ! signore, io vi scongiuro,
quando a voi possa gradir,
mi accordiate il conte Sancio
che tenete in prigionia.
375 Deh, mel date! è il primo dono
che v’ho chiesto in vita mia. —
All’udir di quella chiesta,
gran fastidio n’ebbe il re,
grande fu l’escandescenza
380 con cui contra le si fe’.
— No, regina, io non farollo,
né tu brighe invan pigliar.
No, non voglio il mio giurato
giuramento violar. —