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— Su ! qua meco, o miei dugento
che mangiate del mio pan !
oggi è il di dell’onor nostro:
l’acquistarlo è in nostra man! —
Visto il re quel dimenio,
di tal guisa corse a dir:
— Che è, Bernardo? olá, che fai?
perché tanto inviperir?
quel ch’uom dice li da burla,
tu tei pigli per da ver?
Tel do il Carpio in signoria:
tienlo come reditier.
— No, re, no, codeste burle
non son burle da burlar.
Qui mal figlio di mal padre,
qui da voi m’udii nomar
traditori Noi voglio il Carpio;
voi guardatel: vel ridò.
Quando sia ch’io mel rivoglia,
conquistar me lo saprò.
ROMANZA SETTIMA
Ballando está las prisiones...
Romancero generai (Madrid, 1604).
Solitario dentro in Luna,
di sue lacrime il suol bagna,
bagna il suol de la prigione
il buon conte di Saldagna.
Gran lamenti solitario,
gran lamenti fa il vegliardo
contro Alfonso e sua sorella,
contro il figlio don Bernardo.