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GAIFERO E SUA MADRE
Estávase la condesa...
Cane, de romances (Anvers, 1555).
Sta seduta la contessa
sulla proda del suo letto:
forbicine d’oro ha in mano,
con che abbella il figliuoletto.
E parole di gran peso
va dicendo a quel puttino:
son parole dolorose
che fan piangere il piccino.
— Dio ti metta barba in guancia !
Dio ti rechi a gioventú!
E’ ti dia ventura in arme !
Qual Rolando, tal sii tu;
sicché possa tu la morte
di tuo padre vendicar!
L’ hanno ucciso a tradimento,
per tua madre poi sposar.
Ricche nozze mi si fenno,
a cui Dio non aderí !
Ricchi piú che da regina
panni bei m’ornár quel di. —
Benché picciolo il fanciullo,
le parole le ha capite.
Fu a risponderle Gaifero:
quel ch’ei disse or bene udité.