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nota 449


Vediamo alcuni giudizi, di letterati e di dotti intorno a lui1.

Nell’Italia sacra dell’Ughelli (Col. 224) si legge: Hic est ille Cardínalis Bentivolus toti orbi celeberrimus, qui sub Paulo quinto variis legationibus functus ad principes Christianos, ingentibus meritis, ab eodem anno 1621 ex Archiepiscopo Rhodiensi, creatus est Prisbiter Cardinalis Princeps nobilitate singularis, pietate doctrina, et eruditione non vulgari commendandus, omnibusque carus et admirabilis, cuius egregii ingenii perspicacia et in Historia conscribenda eruditio adeo omnibus perspecta est, ut alter Livius iuremerito existimetur a doctis cordatisque scriptoribus. Inter coetera in lucem emisit Belgici belli tumultus ab ipsis incunabulis ad nostrani usque aetatem, earundemque Provinciarum varias relationes, omni eruditione conspicuas. Vivit adhuc diuque vivat lux alma, gloria Romae2.

  1. Sperticate esagerate soffocanti, direi quasi, lodi, ed elogi, ha per il Bentivoglio in una lettera a lui diretta, del primo gennaio 1637, monsignor Ciampoli, segretario de’ brevi di Gregorio XV e di Urbano VIII, mentre attesta d’aver ricevuto il secondo volume della Storia di Fiandra; in un’altra poi, del primo gennaio 1640, da Fabriano, dopo aver detto che nelle solitudini dell’Appennino egli molto ha studiato, aggiunge: «Il frutto di tante fatiche letterarie sarebbe il poterle esporre in quel teatro popoloso, dove fusse per solo spettatore il signor Cardinal Bentivoglío. Nella persona di lui solo vi sarebbe l’accademia di tutti i saggi, né vi mancherebbe l’udienza di Erodoto e di Tucidide di Livio e di Tacito, i quali hanno fatto rifiorire tutte l’esquisitezze della Grecia e del Lazio nelle trionfanti istorie di Vostra Eccellenza». Lettere di monsignor Ciampoli ecc., in Bologna per G. Longhi, 1679. Ed il Mascardi, nell’opera sua: Dell’arte istorica, III, 296, Roma, Faccioni, 1636, riportando un passo della Storia di Fiandra, dice: «Concedasi fra gli antichi piú celebri un luogo ad un eccellente moderno, che illustra il nostro secolo con l’esercizio d’una fiorita e generosa eloquenza».
  2. Il passo vien cosí completato, poi, in nota: Ex Ap., t. 2: «Obiit die 7 Septembris 1644 in Vaticano, dum comitia pro novo creando Pontifice haberentur: sepultus in aede S. Sylvestri in Monte Quirinali, ubi adhuc iacet sine monumenti honore, et inscriptione, qui decus et honor Romanae purpurae fuerat».
     Lodi al Bentivoglio troviamo anche in: Crasso L., Elogi d’uomini letterati, Venezia, per Combi e La Nou, 1666, t. 1, p. 162 e sgg. Vi si legge: «La nobilissima famiglia Bentivoglio non meno può andar famosa per l’origine del real sangue de’ Svevi, discendendo da Enzo re di Sardegna, figliuolo naturale di Federico secondo imperatore, e per lo principato avuto della cittá di Bologna, che per aver da lei sortito i natali Guido Bentivoglio, ornamento delle lettere, e dignissimo cardinale di Santa Chiesa... Con l’occasione di questa (di Fiandra) nunziatura indagò eruditamente il sito, l’origine delle sollevazioni, e le guerre della Fiandra con gl’interessi e le dependenze de’ principi maggiori dell’Europa: quali fatti che ordinatamente disposti han servito di prezioso cibo a’ letterati famelici delle storie, e a Guido apportarono l’immortal titolo del piú celebre istorico dell’etá sua». Ed alle