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tutte queste industrie. Malgrado molteplici tentativi locali, non si notò alcun risveglio fino al 1890. Dopo si riprese un movimento ascendente, assai lento, e spesso interrotto da crisi.

Lo stato odierno delle industrie non risponde alla potenzialità del paese, ricchissimo di forze d’acqua, provvisto di ottimo elemento operaio, non privo di depositi minerari e di marmi, favorito dalla ricchezza delle selve.

Il bilancio delle industrie esistenti si riduce a poca cosa ed è il seguente:

Filatura seta: 10 filande (a Trento, Lavìs, Cles e in Valsugana); 750 bacinelle; 1500 operai.

Tessitura seta (prevalentemente a Rovereto): 500 telai.

Tessitura cotone (prevalentemente a Rovereto): 250 telai.

Lanifici (a Trento e Rovereto): 250-300 operai.

Sigarificio (a Sacco presso Rovereto): produzione 113 450 000 sigari. Tabacco da fiuto kg. 52 000. Operai occupati 1800.

Industria enologica: produzione 660 000 ettolitri (media 1907‐1910). Centri maggiori di produzione e di commercio sono per i vini da tavola: Mezolombardo, Lavìs, Trento, Calliano, Isera; pei vini da bottiglia: S. Michele, Maderno, S. Donato presso Trento, Calliano, Isera, Villa, Rovereto e Castel Toblino. La produzione trentina trovò facile e rimunerativo smercio fino al 1892, anno in cui venne facilitato l’ingresso sul mercato austriaco dei vini del Regno; l’industria si avvantaggiò poi della mancata produzione ungherese, nel periodo in cui i vigneti ungheresi furono devastati dalla fillossera e in cui era scarsa la produzione austriaca. Oggi, venute a mancare queste circostanze e per un complesso d’altre ragioni, la produzione vinicola trentina è compensata con reddito molto scarso, non sempre remunerativo. Per questo non son più sorti novi stabilimenti e parecchi fra i maggiori esistenti sono in condizioni sfavorevoli; e va diffondendosi il criterio che alla coltura della vite (ove non trattisi di vini scelti, e ben noti sul mercato) possano e debbano surrogarsi colture più redditive.

Selezione seme bachi: produzione annua kg. 100 000. Operaie occupate 300.

Industria casearia: burro kg. 1 200 000; formaggio kg. 2 250 000. Reddito medio annuo dell’industria: corone 5 000 000. Specialità del Trentino è il formaggio Vezzena.

Industria del legno: come grande industria a scopo d’esportazione è incipiente. Occupa circa 500 operai. Specialità trentina: le fabbriche di Tàio di manichi per fruste (130 operai).