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scosso dai cardini l’unità nazionale e predisposto a un ordinamento autonomistico amministrativo e politico semplicemente disastroso), nessun provvedimento risanatore è stato preso per far cessare le condizioni di disagio morale ed economico in cui si trova ancora quella Regione e che di tanto ritardano l’auspicata pacificazione tra Italiani e Tedeschi. E ancora sussiste lo scandaloso prepotere del Deutscher Verband — Stato nello Stato — dalla cui nefasta incontrastata attività deriva il principale malessere della Regione Atesina; nè un’azione seria è stata iniziata contro i sudditi stranieri (austriaci e tedeschi) ivi dominanti, nè contro l’assidua per quanto sottile e spesso inafferrabile propaganda di boicottaggio che continua alacremente contro le imprese industriali e commerciali italiane, contro i nostri lavoratori, contro la diffusione della nostra lingua e della nostra cultura. Non si è ancora riusciti a liberare gli Italiani e i Ladini della zona mistilingue che si estende tra Salorno e Bolzano e in prossimità all’antico confine, dalla tirannide delle antiche signorie pangermaniste — sindaci, parroci, maestri, albergatori e proprietari fondiari — che continuano nell’opera di snazionalizzazione a nostro danno. Persino il provvido decreto del ministro Corbino sulle scuole italiane da istituirsi in tutti i centri dove vivono almeno quindici famiglie italiane, è rimasto pressoché vano, malgrado una certa energia che le Autorità sono state costrette a spiegare contro gli organizzatori dello sciopero degli scolari,