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mente, la macchina dell’intedescamento era mossa dalla forza dei numeri. L’intedescamento continua perchè i numeri austriaci sono ancora in funzione. È ora di vederci chiaro.

Noi comprendiamo poco questa politica di cifre. Se i signori del Deutscher Verband si arrabattano, col compiacente aiuto del nostro governo, a fare dei nuovi computi statistici, gonfiando le loro liste elettorali con sudditi stranieri per cercare di dimostrare, a base di dati, che non esistono italiani nell’Alto Adige, dove secondo loro la massa tedesca sarebbe superiore persino a quella dichiarata dall’ultimo censimento austriaco, noi abbiamo torto a prendere questa agitazione aritmetica alla leggera. Non si tratta di un esercizio innocente, di uno sfogo di amor proprio, del piacere discutibile di distruggere gli avversari sulla carta. Essi stabiliscono la illegalità di ogni nostro atto in favore dell’italianità là dove, secondo dati ufficiali, non c’è che popolazione tedesca. Favorendovi l’italianità noi infrangeremmo leggi e rinnegheremmo garanzie che l’Austria rispettava e commetteremmo una violenza e una sopraffazione senza precedenti. Ecco a che cosa servono le cifre. Esse ci vincolano finché non le rivediamo e non attingiamo nella loro sincerità il diritto di dare ad ogni nazionalità quel che le spetta. Adesso rischiamo di essere accusati di tirannia e di arbitrio se proteggiamo adeguatamente gl’italiani nell’Alto Adige, o ci facciamo complici della oppressione della