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che prima, con pazienza e con reciproche intese, Italiani e Tedeschi si sforzino di divulgare all’estero meglio di quanto non si sia fatto finora le magnificenze di clima, di paesaggi e di comodità, onde giustamente l’Alto Adige va superbo.

Uno de’ rimedi per curare la malattia artificiale del Pangermanesimo nell’Alto Adige può essere, nelle forme più nobili e degne, il «nazionalismo» degli stessi cittadini italiani domiciliati lassù. Il «nazionalismo», anche col nome di «fascismo», ebbe ed avrà nell’Alto Adige molte benemerenze, purché eviti di darsi in mano degli avventizi, che passano per un luogo qualunque come meteore, forse in caccia di casuali buoni incontri e che, una volta delusi, spariscono dal posto di combattimento sfiduciati, alquanto alla leggiera. Qui mettiamo il dito sopra una piaga, ma è la verità: e del resto è una piaga, che merita d’essere cauterizzata prima che diventi cancrenosa. Da Bolzano, appunto, capoluogo dell’Alto Adige, transitarono centinaia d’italiani in questi tre anni: piccoli imprenditori, rappresentanti di commercio, improvvisati industriali e affaristi, negozianti e trafficanti d’ogni risma e regione: ahimè! la fortuna fu loro generalmente avversa ad essi se la batterono ben presto, lasciando dietro di se una serqua di debiti insoluti e di pendenze giudiziarie.

I tribunali di Bolzano non hanno mai avuto tante cause da sbrigare; cause d’italiani contro Tedeschi e di Tedeschi contro Italiani, ma anche