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varsi poi sotto altri aspetti nell’inverno e nella primavera. La nostra clientela, sostituitasi alla germanica e austriaca, ha ridotto la stagione a una quarantina di giorni, perchè gl’italiani ai primi freddi e alle prime piogge si spaventano, riparando al Sud in atmosfere più tiepide, delle quali hanno grande abbondanza nelle Prealpi e in Riviera: inoltre il giugno è spesso destinato da essi alle cure idroterapiche, il luglio e l’agosto sono riservati alle bagnature marine.

Tutto ciò ha già ristretto di molto le facoltà di guadagno per gli albergatori e i loro dipendenti nell’Alto Adige: albergatori e dipendenti, che sanno di dover appagare le legittime esigenze della loro breve, ma sceltissima, aristocratica e non molto spendereccia clientela (gl’Italiani consumano assai meno in cibi e vini che non i pantagruelici Bavaresi, Sassoni e Prussiani), offrendole anche il conforto d’un servizio inappuntabile. Pretendere, come pretendono i nostri organizzatori, che quei camerieri d’albergo si lascino crescere i baffi e depongano la marsina come in tanti altri alberghi d’Italia si è fatto in omaggio a fisime demagogiche, è voler di proposito rovinare un’industria fiorente e innocente, della quale chi la esercita non si è mai vergognato per secoli, giacchè in essa non c’era nulla di vergognoso. Abbiamo citato un esempio; ma se ne potrebbero addurre parecchi altri. Nulla è più impolitico che costringere a danneggiarsi chi ha il buon senso di non volersi danneggiare. Il