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le diffidenze, qualche volta giustificate dalla realtà. Tali funzionari, a cui dovrebbe assicurarsi una congrua indennità di residenza come alle truppe, cercati e presi con accorgimento tra i più provetti impiegati trentini, conoscitori della lingua tedesca e d’indiscutibile probità, sarebbero più indicati dei meridionali, sia per una più probabile adattabilità al clima della regione, sia per una maggiore esperienza della mentalità degli Alto Atesini, sia finalmente per un più vivo interessamento ad avvicinare le due sponde con quei ponti, che solo certe comunanze spirituali possono costruire tra genti d’altra razza, già trovatesi lungamente sotto il medesimo regime.

I matrimoni, gl’incroci di proprietà private e altre relazioni sociali e demografiche stabilirebbero così, più presto e quasi naturalmente, una prima e salutare cementazione di parentele e d’affinità, senza violare la lingua e i sentimenti delle maggioranze etniche. L’errore del nemico, che offese la nostra lingua e i nostri sentimenti, non sia mai errore nostro, altrimenti diverremmo indegni del beneficio, conseguito affrontando la guerra e le sue catastrofi con tanto coraggio e con tanta fortuna.

Circa la lingua poi sia detto per sempre che dove si parla tedesco noi non dobbiamo volere imporre l’esclusivo uso dell’italiano; ci basti che l’italiano non solo nei cartelli statali, provinciali