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il suo nazionalismo è assoluto come l’idea religiosa degli esaltati, che non ammettono altra religione che la loro, fuori della quale non vi è che dannazione. Tedeschizzare genti d’altra razza è convertirle, è salvarle. Ma la presenza dei carabinieri italiani sulla piazza di Bolzano non può paragonarsi in orrore che alla presenza delle sentinelle turche al Sepolcro di Cristo.

Dell’Ober-leutnant Reut-Nikolussi non conserva che le basette a zampa di lepre ai due lati del magro viso. Il resto è piuttosto ecclesiastico. Gentile di modi, ci parla con voce dolce, un po’ tremula, senza guardarci, passandosi nervosamente la mano sottile sulla fronte, gli occhi bassi. Parla benissimo l’italiano, e in questi giorni deve subire il dolore di fare un largo uso della nostra lingua per farsi capire da numerosissimi elettori che in vari centri fra Bolzano e Salorno non conoscono altro modo di esprimersi. Sono coloro che il Deutscher Verband classifica come «tedeschi che parlano per italiano». Dev’essere una malattia della lingua.

È stata una bizzarra intervista quella che abbiamo avuto con l’uomo che spara. Non per quello che ci ha detto. Ci ha detto che i Kaiserjäger erano i primi soldati del mondo; ne sono morti tanti che il Tirolo è rimasto dissanguato; d’onde il giogo straniero, che il Tirolo non tenterà di scuotere con una insurrezione che sarebbe soffocata nel sangue; ma, annesso con la violenza, il Tirolo lacerato re-