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244 lettere dal mare

dritta e veloce effervescenza di un siluro filare come un razzo nell’acqua e passare a qualche metro dal loro bordo. Orientandosi sulla sua direzione essi arrivavano allora a sorprendere lontano un periscopio che affondava. I sottomarini fuggono inabissandosi. Non è raro avvistarne così, per un istante, qualcuno al largo, presso gli avamporti, intento a spiare la rotta delle navi, a scoprire i passaggi fra gli sbarramenti. Appena le siluranti, chiamate, arrivano ed esplorano, non c’è più niente.


La pesca continua.

Il rimorchio imprime di tanto in tanto delle lievi scosse al battello. Allora tutti gli sguardi si volgono al cavo tesato che si immerge nell’acqua. Esso dà il primo segnale della mina incocciata; incontrandola e svellendola ha degli scatti, dei sobbalzi, si abbassa e si risolleva come per uno sforzo. No, esso vibra ancora regolarmente. L’attenzione degli uomini ritorna al mare.

Un altro battello dragamine passa vicino, diretto al porto. Da bordo a bordo gli equipaggi si salutano con un gesto. Torna dal lavoro, ha ritirato dall’acqua il suo apparecchio di dragaggio e fila libero. Quando uno parte un altro arriva. Il lavoro non può aver soste. Non si sa mai quello che possa essere avvenuto sott’acqua nell’ultimo minuto. Un dragatore passa, e non trova niente; ripassa poco