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CAPITOLO XXI.


LASCIANDO LA RUSSIA

Sulla via di Pietroburgo — Novgorod — Nei parchi imperiali — Pietroburgo — Verso la frontiera — Ospitalità imprevista — Il primo saluto tedesco — Königsberg — Berlino si avvicina.


Al mattino del 31 Luglio, alle quattro precise, la nostra automobile usciva dal garage dell’Hôtel Métropole resa più snella da una notevole diminuzione di bagaglio. Essa lasciava a Mosca quell’arredamento da esploratrice che la rendeva tanto singolare. Lasciava i cordami, le catene, le carrucole, le pale, i picconi.

Andando avanti aveva gettato poco a poco tutta la roba inutile o greve. Aveva lasciato due parafanghi a Kalgan, e due sulle praterie mongole, aveva disseminato provviste di corned beef e ferraglia, aveva lasciato cadere zavorra, come un pallone, per alleviare lo sforzo delle molle. A Mosca, oltre ai nostri pochi effetti personali, non portava più che qualche gomma di ricambio. Aveva preso un’aria di risolutezza; pareva che si fosse spogliata, come un atleta, per correr meglio.

Seguiti da altre automobili che facevano scorta, attraversammo velocemente la città non ancora silenziosa. L’alba è un’ora di movimento a Mosca: la folla ritorna dai restaurants e dai concerti. Ricevemmo così partendo gli addii della popolazione che si diverte, dopo aver ricevuto arrivando i saluti della popolazione