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— Siete un buon marito, — interruppe la monaca, — e san Giuseppe vi aiuterà.

— Gli è il mio santo due volte; — ripigliò il legnaiuolo. — Ora, con licenza di Vossignoria....

— Fate, fate; — e così dicendo, la Madre Maddalena si messe in moto.

Pasquale non aveva più bisogno di lei, perchè aveva veduto colla coda dell’occhio la giovinetta accostarsi al murello, prendere il foglietto e tornarsene con lenti passi al luogo ove era prima seduta.

Ma in quella che la Madre Maddalena si muoveva per un verso lungo il viale e il gobbo legnaiuolo per l’altro verso la scalinata, un grido soffocato, un tonfo, li fecero rimaner sospesi ambedue, quindi pigliar l’abbrivo alla volta della fanciulla.

Che era egli avvenuto?

La giovinetta, come s’è udito, aveva tolto il biglietto, e, rivolgendosi dall’altra banda, s’era fatta a nasconderlo in seno. Ma il cuore le batteva fortemente; la colse un gran desiderio di leggere. Era un foglietto piegato in quattro. Lo aperse, tenendolo vicino al petto e andando oltre a capo chino, in atto di meditazione; lesse i quattro o cinque versi di scritto che c’erano; tosto le si offuscò la vista; si sentì venir meno, e senza aver più la forza nè il tempo di nascondere quel foglio, che le si aggrovigliò tra le dita irrigidite, cadde svenuta sul lastrico del viale.


XVIII.

Come qualmente mastro Pasquale perdesse il Pentolino

Il legnaiuolo, quantunque, per aver già salito due scalini, fosse molto più indietro, non tardò a raggiungere la Madre Maddalena, che correva a passo d’anitra lunghesso il murello. Ma il diavolo volle (fu proprio il diavolo?) che la corsa di mastro Pasquale fosse rattenuta dal cavalletto ch’egli aveva lasciato pur dianzi in mezzo al viale, e il tempo ch’egli pose a mettere quell’arnese da banda, fu guadagnato dalla vecchia monaca, che potè giungere, ad una con esso lui, presso la fanciulla svenuta.