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que’ due, come avvenne che mezzo secolo si invaghisse dell’altro.

Ogni mattina la signora Marianna andava alla messa. Bisogna nutrir l’anima come si nutre il corpo, soleva dire la divota femmina; ora il corpo ha bisogno di nutrirsi ogni giorno, e l’anima non deve rimanere da meno. Però ogni mattina, tra il battere e il ribattere delle nove all’orologio delle Vigne, si vedeva la signora Marianna metter fuori il piede guardingo dal portone del palazzo Vivaldi, col suo sciallo bigio sulle spalle, la sua cuffia a cannoncini insaldati sulla testa, il suo pezzotto bianco pieghettato sul lembo, e raccolto pei capi sul petto, rasentare il muro fino ai quattro canti di San Francesco, scendere per la piazza della Posta vecchia, fino alle Vigne, e infilare la porta della navata in cornu Evangelii.

Quella era l’ora che il padrone, sorbito il caffè, non aveva bisogno dell’opera sua. Fino alle undici egli non usciva di casa, dove era solito far ritorno, come sappiamo, alle tre dopo il meriggio. Ma alle dieci in punto la signora Marianna era sempre rientrata, per accudire alle faccende domestiche, e non usciva più, salvo per urgenti negozi.

Ora, egli avvenne che per molti giorni alla fila, nello uscire di casa, sul crocicchio di San Francesco, piantato a mo’ di colonnino contro lo spigolo del palazzo Verde, ella scorgesse un tale che la guardava, lei, proprio lei. Un uomo è sempre un gran caso nella vita d’una donna; figuriamoci poi d’una pinzochera. Quell’uomo pareva un pilastrino di rinforzo al muro, anzi un collega dei due robusti Telamoni incaricati di reggere l’architrave del portone.

Ad onore della signora Marianna, bisognerà dire che sulle prime non ci badò, o non se ne avvide; ma l’assiduità dello sconosciuto finì, com’era naturale, col darle nell’occhio; ed ella non teneva tanto le ciglia a terra da non accorgersi che egli stava in sentinella per lei. Nè basta; da due giorni appena ella aveva notata la cosa, e, quasi, a riprova, vide il medesimo uomo, sulla piazza delle Vigne, al suo uscire di chiesa.

D’allora in poi, sempre la stessa canzone; dapprima contro lo spigolo del palazzo Verde, poi dinanzi alla parrocchia, quell’uomo era sempre ad attenderla, con questa sola diversità tra i due momenti, che alla sua uscita di casa egli era fermo, come s’è detto: laddove, alla sua uscita di chiesa, il nostr’uomo, in cambio di prestar l’opera sua a sostegno di qualche cantonata, asolava per la piazza noverando i lastroni.