Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/354

in Grecia, Castore e Polluce in cielo.... Mitologia, tempi eroici, bellissime cose! Ma di presente tutto è mutato! -

Lorenzo Salvani sorrideva sempre. Il sorriso era stampato, Siam per dire, sulle sue labbra, a dissimulare l’interno affanno, come dissimula il volto una maschera di carnevale.

- Ma che vuol dire tutto questo sfoggio di erudizione? - dimandò egli.

- Vuol dire che a’ tempi nostri non ci sono più amici. Non mi dite di no; non parlo per voi, Salvani, che vedo così di rado, e non ne so veramente il perchè; parlo pel signor Aloise di Montalto, giovine biondo e infido, Niso che s’infischia d’Eurialo, Damone che manda Pizia a quel paese, Oreste che.... Non ridete Salvani! Sono venti giorni, senza mettere in conto questo, incominciato appena, che Aloise non viene da me, e quando io vado da lui, non lo trovo in casa.

- Diamine! E così, sono venti giorni che non lo vedete?

- Oh, non dico già questo. Qualche volta lo vedo, ma è una fortuna che io debbo guadagnarmela con gravi stenti, con lunghi pellegrinaggi, come a’ tempi delle crociate.

- Ah, capisco, - disse Lorenzo; - c’è qualche donna di mezzo.

- Sicuro, una donna. Oh le donne, le donne! Gens inimica mihi tyrrhenum navigat aequor! - gridò il Pietrasanta, con più enfasi di Giunone nel suo abboccamento con Eolo. - Ma scusatemi, Salvani; per raccontarvi i miei mali, dimentico che siete probabilmente venuto per parlarmi d’altro.

- No, appunto venivo da Eurialo perchè non avevo trovato Niso in casa.

- Ah, vedete? Ci ho gusto che vi sia toccato quello che tocca a me. Ma ditemi, può fare Eurialo quello che avrebbe fatto Niso, e con tanto piacere, per voi? Son tutto vostro, Salvani.

- Grazie; - rispose Lorenzo. - Desideravo parlargli; ma poichè non lo trovo, gli scriverò una lettera, e voi vi darete la briga....

- Di fargliela avere? - interruppe il Pietrasanta. - Sicuramente. Se oggi non viene, domani lo scoverò io. -

Un moto delle labbra di Lorenzo dimostrò ad Enrico Pietrasanta che non bastava ancora.

- Si tratta di cosa grave? - dimandò egli, mettendo la sua gaiezza mattutina in disparte.

- Gravissima; almeno per me.