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- Adagio, Biagio! Tu vai mulinando una predica, come se si trattasse ancora di parlare ai fedeli nella chiesa di Sant’Ambrogio, o di tener bordone ai colleghi Curci e Bresciani sulla Civiltà Cattolica. Quegli arruffapopoli hanno la loro parte di ragione.... cioè intendiamoci, l’avrebbero, se venissero a capo de’ loro disegni. Post factum lauda. Ora comandiamo noi ed abbiamo ragione noi; questo è il punto. Branco di pecore matte, che non s’avvedono del lupo! E più matti quei giovani presuntuosi che s’attentano di tenere il campo contro di noi. Il Salvani, il colonnello in erba, l’avrà domani, la sua, e più salata che forse non pensa. Quanto all’altro.... Oh ecco! questi ha da essere proprio il Collini; sono infatti le undici. -
Era una nuova scampanellata (i lettori già l’indovinano), che interrompeva ancora l’allegro monologo del gesuita.
Il dottor Collini, che infatti era egli, entrò nello studio del suo antico maestro.
- Oh, buon giorno; capitate proprio a tempo; - gli disse Bonaventura.
- Mi avevate detto di esser da voi a quest’ora, e sono puntuale; - soggiunse il Collini; - la puntualità è la cortesia dei principi, e dei medici.
- E qui poi, dove non c’è nè un suddito nè un ammalato, - ripigliò il gesuita, - bisognerà darvene lode due volte. Sedete e ragioniamo.
- Domani a sera, dunque, - incominciò il Collini ex abrupto, - metteranno il fuoco....
- Lo so.
- Il Mazzini è in Genova da parecchi giorni, e....
- Lo so.
- Il Salvani s’è riserbata l’impresa della Darsena....
- Lo so. -
Il dottor Collini, interrotto da tutti questi monosillabi, ammutolì.
- Orbene, non dite altro?
- Che ho più da dir io, se ad ogni capoverso delle mie notizie rispondete: lo so?
- E sta bene; so per l’appunto tutte le cose che volevate accennarmi; ma non c’è proprio altro, e di più rilevante, che pure avevate da dirmi?
- Non v’intendo, padre mio.
- Ah, vedo che bisognerà rinfrescarvi la memoria. Il negozio del vostro banco.... Come si chiama il vostro banco? Cardi e....