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che la signora è di buonissima nobiltà, e le smorfie del Montalto, che non potrà poi far risalire la sua al tempo delle Crociate, erano veramente fuori di posto, e un grazioso motteggio della contessa.... Oh, perdonate, quasi mi lasciavo sfuggire il suo nome.

- Non importa, - disse Lorenzo. - Io non soglio ricordarmi di ciò che debbo dimenticare. Proseguite pure.

- Orbene, - soggiunse il Collini, - a quel piccolo rimprovero della signora, il Montalto fece un inchino impertinente, accompagnato da un sorrisetto sarcastico.

- E voi?

- Io non potei ritenermi dal fargli notare la sconvenienza del suo ghigno. Ma egli allora, rialzando il capo e guardandomi in atto sdegnoso, mi disse: «Voi badate ai fatti vostri». Volli replicare; ed egli da capo: «Mi provocate voi forse?» - «Sì, perchè no?» - «Voi?» ribattè egli, beffardo. - «Signore» dissi allora, «io non so di che cosa possiate ridere, quando io vi parlo in questo modo; ma penso lo direte a coloro che avrò l’onore di mandarvelo a chiedere». - «Saranno i ben venuti» rispose; e ci separammo. Eccovi tutto l’accaduto. Che cosa debbo fare? -

E il giovinotto dai capelli rossigni stette ansioso ad aspettar la risposta.

- Perbacco! - esclamò Lorenzo Salvani. - Non trovo altro modo di uscirne, se non mandando i padrini a questo marchese di Montalto. La ragione del duello mi sembra assai lieve; ma probabilmente c’è sotto qualche ruggine colla signora....

- Colla signora? Oh no; - rispose il Collini. - Ella mi disse di non conoscere il Montalto altrimenti che di vista, e di non avergli detto se non cose gentili, e molto innocenti.

- Allora ci sarà una ruggine del Montalto con voi.

- Eh, qui penso che abbiate ragione, Salvani. Egli deve volermi un mal di morte, perchè gli ho lasciato sempre intendere di non stimarlo gran che.

- Male! - esclamò Lorenzo. - Consentite a me, più giovine di voi, ma vostro antico compagno alle medesime scuole, di sgridarvene un poco. Gli uomini bisogna stimarli tutti, senza accarezzarne nessuno. Ora a noi; in che cosa posso esservi utile?

- Già lo immaginate, poichè vi ho detto d’esser venuto chiedervi un servizio. Fatemi da padrino.

- Sta bene; - disse Lorenzo, accennando del capo. - Siete pratico d’armi?