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spogliatoio della marchesa, e di là fino al suo quartierino particolare. Colà giunto, salì il piano di sopra, dov’erano le camere dei servi.

Ma lassù non era anche finito il viaggio del marchese Antoniotto, il quale, infilata un’altra scala più stretta della prima, salì fino ad un pianerottolo cieco, dov’era agevole immaginare che un tramezzo vietasse di andare più oltre. Egli, nondimeno, a cui l’oscurità non faceva impedimento, trovò il catenaccio di una porta ferrata, e lo fece scorrere sugli anelli; quindi bussò due o tre volte con le nocche delle dita.

Un rumore di passi si udì poco dopo dall’altro lato dell’uscio; un altro catenaccio scorse sugli anelli, e l’uscio si aperse. Era il padre Bonaventura in persona, che si faceva ad accogliere il suo ospite.

I lettori non avranno certamente dimenticato che, per essere più vicino al padre Bonaventura, il marchese Antoniotto lo aveva allogato in un comodo quartierino, all’ultimo piano del suo palazzo; e vedono ora che per maggior comodità di ambedue, era stato rispettato l’uscio di comunicazione, sebbene raffermato da una parte e dall’altra con due catenacci. Di questa guisa, ognuno se ne stava tranquillo in casa sua, mentre riusciva agevole ai due amici il vedersi e lo stare a colloquio, senz’altra molestia che quella di rimuovere que’ due impedimenti.

I sullodati lettori vorranno adesso sapere il perchè di tanta intrinsichezza, e noi vediamo giunta l’occasione di dirlo. Era un’intrinsichezza fondata sulla comunanza dei propositi, e sul profitto che ognuno dei due cavava dall’autorità e dall’aiuto dell’altro.

È noto per che modo il marchese Antoniotto Della Torre fosse venuto a nozze con la bella marchesa Vivaldi. La giovinetta, rimasta orfana in piccola età, sotto la tutela di un suo parente materno, era uscita dal monastero del Sacro Cuore di Parigi, per diventar moglie del marchese Antoniotto. La Ginevra, unico avanzo dei Vivaldi del ramo di Valcalda, portava, insieme con un bel nome ed una stupenda bellezza, dieci milioni di patrimonio, e l’accorto tutore, tra le molte famiglie che lo chiedevano di quel parentado, aveva prescelto i Della Torre. Antoniotto era uno dei più operosi e dei più benemeriti caporioni del partito clericale; era ricco egli pure, e per giunta uomo da non star sul tirato nella faccenda dei conti, uomo da contentarsi del capitale, senza lesinare troppo sui frutti; epperò, detto fatto, si