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- Ed eccovi da capo con le frasi sonanti! - rispose ella, cogliendo la palla al balzo. - Il conte Alerami è un cavaliere garbato, e voi avreste il torto a credere che io....

- Voi lo difendete! - interruppe Lorenzo. - Ma lo costringerò ben io a cedermi il passo, e se egli si ostinerà ai vostri fianchi, tanto peggio per lui; lo ucciderò.

- Signor Lorenzo, finiamola! Voi non sapete quello che vi diciate, ora. Perchè dovrei io chiudergli l’uscio di casa mia? Per fargli capire ch’egli è un uomo pericoloso, e che voi lo temete? In quanto ad ucciderlo, sarà un’altra faccenda non troppo facile. Voi siete animoso; ed egli non meno. È schermidore valente, e tutti vi diranno che con un colpo di pistola coglierebbe in aria una moneta.

- E qualcheduno potrà aggiungere, - rispose Lorenzo rattenendosi a stento, - che egli si schermisce anche meglio dal pericolo di un duello....

- Oh, questo, poi!

- Oh, questo, poi, lo so di buon luogo. Egli è vile quanto spavaldo. Ma a me non fanno senso quei suoi modi da gradasso, e la mano son certo gli tremerà quando abbia a scendere sul terreno.

- Ma non avete voi detto dianzi, - interruppe la contessa sorridendo ironicamente, - che egli si schermisce da cosiffatti pericoli?

- Sì, - rispose Lorenzo, senza badare al piglio sarcastico della contessa, - quando abbia da fare co’ dolci di sale, e possa dar loro a credere ch’egli è un uomo generoso; ma io lo trascinerò pe’ capegli, il conte Alerami, e gli dirò la gran parola che lo metta a segno per sempre.... Avventuriere! -

La contessa Cisneri si alzò dalla poltrona, e guardando Lorenzo dal capo alle piante, gli disse con voce sottile ma ferma:

- Voi insultate un uomo che io accolgo in casa mia! - Se la nostra lingua italiana consentisse l’uso di certe metafore, diremmo che quella voce sottile ma ferma della contessa Cisneri poteva rassomigliarsi ad una lama di pugnale, che appare così fine, e va diritta nelle carni; che fa un buco da nulla, e tuttavia vi s’immerge nel cuore.

Intanto per Lorenzo Salvani le parole di Matilde furono come una trafittura, e il primo atto del giovine fu quello di recarsi una mano sul cuore, come se appunto colà fosse andato a ferire il dispregio della bionda signora, che stava ritta in piedi dinanzi a lui, guardandolo con piglio sdegnoso.