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La commozione non gli impedì tuttavia di notare che Lorenzo Salvani, quello spiantato, com’egli lo chiamava, ci aveva le sue brave monete d’oro (usavano ancora, a que’ tempi!) e dopo aver date a lui le dieci che entravano nel conto della pigione, gliene rimanevano ancora parecchie nel cavo della mano. Ora notar questa cosa e sapergli male fu tutt’uno.

Ma gliene sapesse male, o no, il denaro della pigione era lì sulla scrivania, e il biondo Arturo non potea farci un bel nulla, salvo la ricevuta, che infatti egli scrisse e diede a Lorenzo senza aggiunger parola.

Egli s’aspettava sempre che dopo il pagamento venisse la sfuriata. Ma Lorenzo, messa in tasca la ricevuta, si congedò dal Ceretti, dopo avergli stesa la mano, che questi si affrettò a stringere, più turbato che mai.

- Non ne sa nulla! - disse il Don Giovanni tra sè, appena Lorenzo fu uscito. - Tanto meglio. È stato un brutto quarto d’ora. Per buona sorte l’innocentina non ha parlato. Ma, tant’è, mi debbo vendicare di costoro. -

Vendicarsi! Era presto detto; ma in che modo? Qui stava il busilli. Così pensando, Arturo s’era alzato dal banco e passeggiava per la camera, con le mani raccolte dietro le spalle e contando con gli occhi i quadrelli del pavimento. Ma i quadrelli non gli insegnavano nulla. Lo spediente di mettere quello spiantato fuori di casa gli era parso il più acconcio; ma era anche l’unico al quale egli avesse potuto appigliarsi. Intanto quello spiantato era venuto fuori col denaro; la pigione era pagata fino all’ultimo giorno di giugno, e non c’era neanche da fare assegnamento sulla disdetta, perchè il contratto di locazione andava fino all’ultimo di settembre.

Mentre egli stava, o, per dir meglio, andava ruminando a quel modo, senza poter cavare un costrutto da’ suoi proponimenti feroci, udì un timido picchiar di nocche nella invetriata che gli teneva luogo d’uscio nelle ore di giorno.

- Avanti! - diss’egli, non senza un po’ di dispetto per quella improvvisa seccatura.

L’invetriata si aperse, e gli si parò davanti un giovinotto biondo, che i lettori conoscono.

- È qui il signor Ceretti? - chiese costui.

- Per l’appunto. Ceretti padre e figlio. Chi cerca dei due?

- Il figlio. E sarà Vossignoria....

- Sì, sono io. In che cosa posso servirvi?

- Ho da dirle due parole a quattr’occhi. Posso parlarle?