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da una legatura di pelle con fregi d’oro; ma era pur sempre un esilio. Insomma, la crisalide voleva uscire dal bozzolo che ella stessa s’era fabbricato. La sua prima natura, non che tornare, pigliava il sopravvento.

Povero Lorenzo! Dove diamine era andato a porre il suo cuore! Per altro, intendiamoci; ammesso il carattere della contessa Matilde, anch’egli ci aveva il suo torto. La donna bisogna saperla conoscere, guardare anzitutto di che piede ella zoppichi. Ora Lorenzo non aveva badato al piede, non aveva capito che quella donna era vana, e che per averla fedele non bastava l’essere, ma gli bisognava il parere. Egli non era in mostra, come avrebbe potuto; non aveva cavato alcun profitto dal suo duello col marchese di Montalto; non andava in nessun luogo. Ora la lode e l’attenzione del mondo non s’aspetta di piè fermo; bisogna andarle incontro deliberati. E Lorenzo, che stava rincantucciato al suo posto, era presto dimenticato. Che cosa aveva a farsi la contessa Matilde di lui, il quale si dilettava dell’oscurità, e voleva tirarci anche gli altri?


XIX.

Nel quale si fa la spiegazione del proverbio "chi cerca trova"

Maria non aveva risposto nulla a quel discorso di Lorenzo, rimanendo un tratto impensierita, con le mani in mano, in quella che Lorenzo s’era messo a passeggiare su e giù per la camera, a passi concitati, come era sua consuetudine quando i tristi pensieri gli giravano per la fantasia.

Era quella la prima volta che Lorenzo parlava a Maria di un’altra donna, e le dava in qualche modo contezza di ciò che egli faceva fuori di casa.

Chi era la signora del palchetto, accanto alla quale stava seduto Lorenzo? Che dimestichezza era quella, di cui Lorenzo non le aveva mai fatto parola? E perchè, poi, ricordando quella signora, egli metteva fuori tanta amarezza di accento? Questi erano i pensieri della giovinetta, e il cipiglio di Lorenzo non era certamente fatto per discacciarli.