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Ma uno basterà. Nelle conversazioni, nei ricevimenti, nei balli, nei teatri, in tutti i luoghi, insomma, dove le donne portano la loro grazia e la loro gioventù, c’è sempre una caterva di sciocchi. Sono essi il maggior numero, vorrà convenirne. Per costoro si avrà da perdere il tempo e l’arte? per costoro da sciupar la grazia e l’ingegno?

— Ma non è vero, non è vero ciò ch’Ella dice; — esclamò la signorina Wilson, mentre passava davanti a me attraverso il fogliame delle carpinelle. — Per un uomo che sa il latino, — soggiunse, prendendo coraggio dall’andar che faceva senza guardarmi, — sono idee molto... molto... mi aiuti a dire?

— Stravaganti.

— Eh, quasi. Infatti, vediamo, crede proprio che le donne vadano ai balli e ai teatri per darsi pensiero degli sciocchi? Gli sciocchi son sciocchi, e nella società si accettano per contorno, come in certi piatti, mi passi il paragone, gli zucchettini e i cavoli di Brusselles!

— Poveri zucchettini! — mormorai. — Poveri cavoli di Brusselles!