Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/192


— 184 —

— C’è qui Pilade, il mio servitore. Hai bagaglio?

— Sì, e che bagaglio! un cassone.

— Consegna il polizzino a Pilade; sarà ritirato e caricato nella vettura... se pure una vettura basterà. Altrimenti prenderemo un carro.

— Basterà, che diamine! Ma ci sarà il dazio; vorranno visitare, e così si scopriranno gli altarini.

— No, non dubitare. È comune aperto, qui; per conseguenza, il tuo cassone arriverà chiuso nell’alma Corsenna.

— Di’ pure il tuo, perchè io l’ho portato per te; — mi rispose Filippo, mentre uscivamo dalla stazione. — C’è un vero arsenale. Dieci fioretti coi bottoni, e una coppia di spade; dieci sciabole non affilate, e quattro col filo; ti bastano?

— Ce n’è d’avanzo. Ma son tutte armi bianche?

— Non mancano le nere: quattro Flobert, quattro Lepage, con le rispettive munizioni nella valigia; va bene?