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deroso di fuggirla, o seccato dalla compagnia importuna: e nondimeno ho dovuto partirmene per il primo, tanto quei tre Anabattisti tenevano duro.

Grazie dei libri, che ho ricevuti ieri. Ho già incominciato a servirmene, traducendo una saffica di Orazio. Te ne manderò un assaggio a suo tempo, se pure sarò contento dei fatti miei.

E tu non vai in nessun luogo? Rammento la tua massima: quando tutti se ne vanno in campagna, l’uomo sapiente villeggia al largo in città. È un’idea; voglio provare un altr’anno ancor io.


4 agosto 18...

E neanche la Wilsoncina, no, niente nientissimo. Che uomo sei tu, che non ti basta neanche la parola? Fai anche le tue supposizioni sul fatto che io non la nomino. Sei troppo sospettoso. A buon conto, non son io che te ne ho scritto? Se non t’accennavo io il suo nome, un mese fa, non ne sapresti forse l’e-