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INDICE


Cap. I. |||
Nel quale si narra di due viaggiatori che amavano saper molto e dir poco |||
 Pag. 1
» II. |||
Dove messer Giacomo Pico impara che il torto è degli assenti |||
   » 24
» III. |||
Dal quale apparisce che, in materia di consolazioni, Tommaso Sangonetto avrebbe potuto dar de’ punti a Boezio |||
   » 48
» IV. |||
Nel quale si vede messer Pietro perdere la pazienza, il Sangonetto la ciarla, il Picchiasodo l’occasione, Giacomo Pico il tempo e mastro Bernardo la scrima |||
   » 68
» V. |||
Del messaggio di Pietro Fregoso e di ciò che ne seguisse al castello Gavone |||
   » 91
» VI. |||
Nel quale si vede come san Giorgio, invocato da due parti, non sapesse a cui porgere orecchio |||
   » 112
» VII. |||
Come, Giacomo Pico parlasse a madonna Nicolosina e qual risposta ne avesse |||
   » 138
» VIII. |||
Dove si vede che non arriva sempre tardi chi arriva dopo |||
   » 159
» IX. |||
Qui si racconta di un nibbio, che rincorrendo una colomba s’abbattè in una tortora |||
   » 176
» X. |||
Nel quale si parrà l’accortezza del narratore, per annoiare il meno possibile i suoi benigni lettori |||
   » 192
» XI. |||
Dove è detto del Maso, ragazzo, come cangiasse stato e quante volte padrone |||
   » 210
» XII. |||
Nel quale si dimostra l’ingratitudine d’un ventre satollo |||
   » 227
» XIII. |||
Del giro che fece un segreto prima di uscire ad utile di qualcheduno |||
   » 244
» XIV. |||
Dove si vede che la notte non è sempre fatta per dormire |||
   » 261
» XV. |||
Qui si racconta delle valentie di due sozi, i quali non erano Teseo e Piritoo |||
   » 279
» XVI. |||
Nel quale si narra come la signora Ninetta al disonore preferisse la morte |||
   » 295
» XVII. |||
Che è il più breve, e parrà anche, per virtù del commiato, il più bello di tutti |||
   » 312