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— E quale, signor Ceprani?

— Un sentimento di riguardo verso la casa amica, e rispettabile tanto, in cui era avvenuto quello scambio di parole vivaci.

— È vero, signor Ceprani; — disse allora il Gonzaga. — Ella mi accenna una cosa che ha pure il suo valore. Quantunque, con un po’ di buona volontà, si sarebbe potuta trovare la gretola.

— Domanderò anch’io, alla mia volta: e quale?

— Questa, per esempio, che lo scambio delle parole... vivaci era avvenuto dopo la festa, in un caffè, in un circolo, per istrada, dovunque, tranne in casa di persone amiche. Ma oramai è fatta; — soggiunse il Gonzaga, sospirando, — e del senno di poi ne son piene le fosse. Io ringrazierò lei, ad ogni modo, del delicato pensiero. E adesso, vediamo come se n’esce.

— Non ne siamo esciti? — chiese timidamente Orazio Ceprani. — Resta che nel verbale noi dichiariamo tutti e quattro sul nostro onore di non aver trovati gli estremi di un duello.