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— Ma, signori, parlino almeno più alto, che noi lontane possiamo udire e giudicare, come le dame degli antichi tornei. —

I cavalieri si tirarono da banda, per allargare il cerchio: e Cesare Gonzaga rispose:

— Bella dama, non eravamo ancora in giostra. Il signor conte Guidi mi chiedeva notizie dell’India e delle guerre di laggiù. Che guerre, contessa! Da un lato la conquista, ma con la civiltà; dall’altra il diritto, ossia una specie di diritto acquisito, ma con la barbarie per giunta. Quistioni complesse, e perciò guerre brutte; — conchiuse il Gonzaga, — ma come son brutte tante altre guerre in Europa, che il signor conte Guidi ha ben definite, guerre di rancori e di vanità. Belle, quantunque infelici, le nostre, mio caro Andrea, quando combattevamo, l’uno a fianco dell’altro, per il diritto dell’Italia e di Roma! La fortuna non ci sorrise; nemici stranieri e nemici domestici congiurati strinsero ancora una volta le catene ai polsi della patria, e noi, rincorsi come fiere, abbiamo dovuto disperderci sulla faccia della terra. Onore a chi