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28 PREFAZIONI E POLEMICHE

del Canzoniere, e lo appicca collo sputo agli altri suoi, che per lo più non hanno che fare con quello, perché sono d’un ’altra sorte di cattiva poesia sua particolare. E mi ricordo d’aver già veduto in due de’ suoi sonetti quel verso citato di sopra:

Con le ginocchia della mente inchine;

tanto questa sguaiata metaforaccia gli è piaciuta, che due volte l’ha voluta rubar al Petrarca. Questa maniera d’imitar quell’autore ed i suoi cattivi versi è quello che io non approvo; che le bellezze del Petrarca, se qui fosse il luogo, molto meglio che messer Biagio io sapre’ notare, e molto meglio di lui e più a proposito laudarle; ma egli mò vorrebbe che si lodasse tutto, e per questo mi va spacciando nemico d’un poeta da me avuto in quel pregio che merita. Su questo particolare io potre’ ancora soggiungere che io sono scuoiare d’un miracoloso amator del Petrarca, il quale me ne fece sin da’ primi miei anni gustare le bellezze e scoprire i non pochi nei, benché poi pochissimi sieno in paragone delle moltissime bellezze; e potrei anco dire che e in verso e in prosa io ho lodato Petrarca, per sempre più mostrare che lo Schiavo mente per la gola quando dice che io sono nemico del Petrarca. Non voglio però portar altre prove di questa sua maligna poedca calunnia, perché basta leggere le cose mie, sieno in verso sieno in prosa, per esserne chiaramente convinto: parlo di chi ha studiato lettere toscane e se n’intende veramente, e non parlo di que’ balordi, che sentendo a rimenare tutto di Petrarca dallo Schiavo credono lo Schiavo un buon petrarchista, e sentendo me alcuna volta criticar qualche verso del Petrarca, benché nel medesimo tempo io poi lo lodi, mi vogliono pur credere nimico di quell’autore quando lo Schiavo il dice loro. Or lasciamo il Petrarca da una banda e torniamo allo Schiavo, contro del quale, se io volessi scriver prose o versi, avrei altro da dire che non dirà egli ne’ sei tomi in folio. Oh la bella storia che si farebbe, raccontando a minuto da quanti luoghi fu cacciato come un tristo, per quella sua linguaccia maldicente e per quelle sue non meno sciocche che bestiali poesie, che gli hanno guadagnata la malevolenza