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26 PREFAZIONI E POLEMICHE

sua, che stante la soverchio avanzata età non poteva troppo essere lontana. — E come potete voi, caro il mio signor Biagio — gli soggiungeva, — farvi a celebrar la messa ogni giorno con di questi agnusdei sulla coscienza? Io mi vergogno di dirvi quello che vi dico, essendo voi tanto più vecchio di me che a voi toccherebbe far la lezione a me, e non a me il farla a voi; ma giacché la mala sorte vuole che voi ne abbiate bisogno, ricevetela di buon animo, fatevi coraggio e riparate, come già vi dissi, con qualche scusa, o in voce o in iscritto, al male che avete fatto, che io non ci vedo altro mezzo né via per acchetare questo vespaio troppo inconsideratamente da voi stuzzicato, e quello che più importa, per acchetare la vostra coscienza, che io suppongo non possa esser troppo tranquilla dopo d’avere cosi a sproposito detto in quel sonetto quello che non dovevate né potevate mai dire.

Questo fu il sermoncino che gli fece quel suo e mio dabbene amico; ma l’ostinato vecchio peccatore gli voltò le spalle, borbottando che sapeva tante cose del Baretti che ne avrebbe avuto da scrivere sei tomi in folio, e che gli avrebbe tosto tosto fatto sentire altro che lettere orbe e sonetti sporchi ed ingiuriosi. E scese le scale sbuffando e gittando fuoco dal naso e dalla bocca, infuriato come un asino di maggio.

Staremo ora ad aspettare que’ sei tomi in folio, che probabilmente saranno dialoghi, contra i fatti miei. Questo certamente sarà un gran regalo che il dottor da Este farà agli amatori delle lunghissime lunghissime lunghissime leggende, e li forbiculari non mancheranno più in eterno, se il suo buon genio fa che e’ trovi uno stampatore in qualche parte del mondo che gli stampi questa sua famosa futura opera, nella quale non si sdimenticherà fra le altre cose di porre in bocca agl’interlocutori, o sia a’ dialoghisti, un verso di Petrarca ogni quattro parole. E qui, giacché mi viene nominato Petrarca (giù il cappello, pre Biagio, che qui è Petrarca un’altra volta), egli bisogna che io vi dica che questo pazzo lodatore del Petrarca va gracchiando che io sono nimico di quel gran poeta, perché alcuna volta che io ho parlato o seco o con altri del Petrarca, ho detto, come dirò sempre,