Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/420

Eccovi, Pierlorenzo, spiegata l’idea mia dall’«a» sino al «ronne», ed eccovi il perché del mio scrivere in uno stile sdegnoso. Vorrei con questo inanimirvi, accendervi, infiammarvi, acciocché parlaste al proposto di questa cosa con tutta l’ardenza, acciocché procuraste d’ indurlo ad annichilare quel numero ventinove prima che ne vadano fuora dell’ altre copie, essendo pure ancora in tempo di farlo. Forse che il dolce solletico, fattogli continuamente dal frate nelle sue frequenti lettere, cederá alle rimostranze vostre ed a’ vivissimi argomenti da me qui suggeritivi, co’ quali potrete strignerlo a buttar sul fuoco tutti i fogli invenduti di quel numero, a rifarlo tosto, a dire dello zoppo tutto il contrario di quello che ha detto, e, quello che importa anche piú, a mutare sistema in avvenire, a non tirare piú oltre i fogli susseguenti nel modo stolto che ha fatto sinora. Si, Pierlorenzo: fate di persuaderlo a recare quindinnanzi que’ fogli in manoscritto a voi e ad altri, onde gli sieno corretti e raffazzonati il meglio che si potrá; ed usate a questo fine le parole piú fervide, piú fiammanti che potrete. Se s’arrende a quegli argomenti, a quelle parole, con quella docilitá che dovrebbe, non occorr’altro. Ma, se non s’arrende e se vorrá anzi starsi pertinace nel mal fare, come sinora, ricorrete al disperato, e fategli per sezzo rimedio leggere da un capo all’altro questa mia lettera, ché ve ne do tutta la licenza, costringendolo ad osservare, voglia o non voglia, che, se io, uomo flemmatico piú di chicchessia, non ho potuto impedirmi dal dire qui delle cose alquanto focose, dopo d’avere cosi di prescia letto quel suo numero, che non ne dirá a suo bell’agio l’iracondo zoppo, se gli cápita mai nelle mani? Giá n’abbiamo le prove e le riprove come lo zoppo è sempre pronto ed attivissimo a dire ben del bene; ma noi sappiamo altresi ch’egli dice mal del male volentierissimo e senza farsene punto pregare. Noi n’abbiamo le prove e le riprove com’egli rispetta ed onora ogni persona veramente degna d’onore e di rispetto, gli ecclesiastici specialmente; ma noi sappiamo etiarn come sa trattare gli uomini d’ogni razza, e senza badare alle cherche piú che a’ cappucci,