Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/416

com’esso; perché le capisco e le raccapezzo molto bene, avendone non soltanto notate moltissime delle consimili nel mio vario leggere, ma osservatene pure infinite in que’ tanti viventi ne’ quali mi sono abbattuto avvolgendomi qua e lá per assai paesi. Un’altra buona si studia il signor proposto d’appiccarne allo zoppo, rimbrottandolo che non ha ricopiate ad una ad una tutte le tante cose dette ne’ libri vecchi e ne’ libri nuovi del Machiavelli e dell’opere sue. Crassa ignoranza d’uno zoppo, che si pone all’ardua intrapresa di comporre una prefazione! E «non fa ricordanza» né tampoco in quella d’un libro in latino, stampato nel cinquantadue dal «clarissimo» canonico Bandini b), che gli avrebbe somministrati degli aneddoti «interessanti»! Crassa ignoranza, in veritá, non avere nemmanco ricopiata una serqua di paragrafi o di pagine dal libro del signor canonico! Io non posso darmi ad intendere che lo zoppo sia tanto al buio di quanto si fa oggi comunemente nella nostra dolce Italia, da non sapere, anch’esso quanto chicchessia, le varie arti d’allungare una prefazione o qualunque altra cosa d’ inchiostro. La ricetta d’impinguare un libro col semplice trascrivere da’ libri altrui è troppo saputa, è troppo usata, perché ci possiamo ragionevolmente persuadere lo zoppo l’ignori affatt’ affatto. Ma, s’egli non ha voluto avvalersi di quella ricetta in quella sua prefazione, che altro v’è da dire se non che il trascrivere gli altrui libri debb’essergli paruta una fatica da facchino? Quando le cose sono state dette in istampa le due, le tre, le dieci, le cento volte, perché seccar la gente col tornarle a dire senza un bisogno assoluto e senza un evidente vantaggio, anzi con danno evidentissimo d’ un’opera nostra, che viene cosi a perdere il pregio d’essere tutta nostra? O la nostr’opera è buona, (1) Il canonico Angiolo Maria Bandini, autore d’un Indice della libreria laurenztana e d’alcun’altre opere, è un uomo di molto sapere, comeché lo sciocco proposto lo nomini con lode, sempre che lo nomina. G. Baretti, Scelta di lettere familiari. 27