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amico del moscadello e della verdea, che, acconcio anch’esso per le feste dall’abbondevole trincare, non vuole in alcun modo messer Niccolò s’avesse alcuna cosa di cattivo, perché n’ha moltissime di buone. Cosi diversi sono in due diversi uomini gli effetti dell’ ubbriachezza! L’uno la vuol cruda, l’altro la vuol cotta. Ma torniamo, ché gli è tempo, alle cose dette dal segretario dell’accademia britannica a svantaggio del segretario fiorentino, ché voglio pur un tratto dare a ciascuno d’essi il titolo suo. Dopo d’aver tócco i due punti delle sgrammaticature e delle trasposizioni al modo latino, usate dal Machiavelli, e con sua poca lode, lo zoppo ha aggiunte due cose di molto maggior momento, dicendo, che il Machiavelli ha dato in alcune delle sue opere de’ documenti politici assai cattivi e de’ cattivissimi precetti in fatto di quella sorte di morale, che si chiama comunemente «cristiana». Il signor proposto, che, al vedere, tanto sa di buona politica e di cristiana morale, quanto sa di bella creanza e di cortesia fiorentina, s’infuria e si dibatte su questi due secondi punti, come il cane che ha la vespa sotto la coda. Ma difend’egli con un ragionare sillogistico e fermo il cliente di cui s’ è fatto avvocato? Mostra egli che le ragioni, addotte dallo zoppo in prova di queste due accuse da lui date al Machiavelli, sono ragioni che non istanno punto a coppella? Mostra egli che tutto il mondo s’è ingannato e che s’ inganna tuttavia insieme collo zoppo, giudicando a svantaggio del Machiavelli su questi due punti? Fa egli finalmente sforzo alcuno per convincerci che il Machiavelli è una guida sempre sicura, un maestro sempre infallibile, vuoi in politica o vuoi in morale? Il mezzo monsignore gli è troppo il gran personaggio per incomodarsi mai a fare di queste buone cose, né mai vuole provare veruna delle sue affermative, rovini l’universo. A lui basta d’osservare unicamente, sul fatto della morale, che, se il Machiavelli n’ha in qualche luogo della cattiva, bisogna attribuirlo al suo essere «amico della veritá e pieno di spirito repubblicano». Santissimi cieli! Se n’è stampata una mai piú spropositata,