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ad evidenza come tutte l’ altre, vale a dire con la sua semplice affermativa impudentissima? Se non fosse stato briaco, avrebb’egli osato di mentire un altro tratto ribaldamente, assicurando che lo zoppo se l’è presa contro la tiara e contro i fulmini del Vaticano? Invece di mostrarsi anche qui un calunniatore, un furfante, un pretaccio ribaldo, che disonora il suo sacro carattere coll’infamitá delle sue replicate bugie, il signor proposto avrebbe detto semplicemente che in certe cose non registrate nella Bibbia e nel Testamento nuovo lo zoppo mostra di tenere talvolta piú dalle opinioni de’ parlamenti francesi che non da quelle de’ legisti papalini, e che, dando conto nella sua prefazione delle scomuniche lanciate dal Vaticano contro quelli che leggono l’opere del Machiavelli, lo zoppo ha con succintezza e con istorica veritá indicata la cagione primaria di quelle scomuniche, senza entrare nella spinosa discussione se in que’ paesi cattolici, dove non si fa molto caso dell’Indice, si operi cristianamente o non cristianamente. Questo è quello che il signor proposto s’avrebbe unicamente detto, se foss’ito guardingo nel bere prima d’accingersi a scrivere quel numero ventinove. Ma il moscadello gli aveva scaldata la zucca di soverchio in quell’osteria; né v’è da maravigliarci se si fece quindi sudare, sbuffando tiare e fulmini e Vaticani e altre cose piene di spavento. Giá si sa che il trescare troppo alla lunga co’ fiaschi ingrossa oltremisura gli oggetti agli occhi della mente, come a que’ del corpo; li doppia, li triplica e li centuplica; e fa si che gli uomini anche piú codardi e piú dannulla divengono a un tratto spavaldi e tagliacanti, specialmente quando s’hanno l’oggetto della loro inferocita baldanza lontano cinquecento leghe. La nostra Italia è sempre stata ed è tuttora piena di questi animalacci, che s’imbriacano prima di scrivere e che, quando il mosto comincia ad uscir loro dagli occhi, fanno poi i bravi a credenza. 11 gesuita Lucchesini, a cui dovette piacere il vino piú che non l’acquerello, non voleva che messer Niccolò s’avesse cosa di buono, perché attraverso il bagliore, che il troppo alzar del gomito gli aveva cagionato, n’aveva viste alcune di cattive. Ed ecco qui quest’altro