Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/407

molti luoghi del Machiavelli son difficili a capirsi? Che duopo era qui di ricorrere ai «sentimenti» e alle «ricordanze»? Il pedante dá dell’«ella» ad una ristampa, come se una ristampa fosse una persona. Il cacasodo non sa dire che certe notizie sono stampate, ma dice che «sono pubbliche per le stampe». Il pedante non dice il perché delle cose, o le ragioni delle cose, ma «adduce di ragione». Il cacasodo non giudica in fretta, ma giudica «senza precipitazion di giudizio». Havvi, Pierlorenzo, in tutta Toscana, «un Edipo atto a indovinare il modo di riunire» de’ buoni pensieri a siffatte frasi? Leggetelo tutto quel numero ventinove, se v’avete la foia d’essere anche voi un Edipo o una Cassandra, e di rendervi anche voi «atto a indovinare il modo di riunire» il cacasodo al pedante, anzi pure il modo d’imbergamascare il toscano o di toscaneggiare il bergamasco. Leggetelo tutto, vi dico, se volete sapere l’uso che si debbe fare del nostro verbo «interessare» e de’ suoi dirivati. Il nostro pedante, il nostro cacasodo si cangia costi in un monsú di Franza, e ne dice, nelle prime righe di quel numero ventinove, che la prefazione dello zoppo «deve interessare molto il pubblico» a cagione di tre punti «interessantissimi», comeché priva di certi aneddoti «belli e interessanti». Si rimenano per bocca i toscani d’oggi questo gergaccio alla gallica ne’ loro quotidiani parlari? Oibò! L’avrebbono a schifo gli stessi ebrei di Livorno! L’hanno i nostri scrittori usato mai in questo o in alcun altro secolo? N’avrebbe arrossito la contessa Rena quando scriveva que’ suoi contratti co’ «milordi»! E chi sconcia e deturpa a questa foggia la lingua toscana, s’assume il diritto di fare il ludimagistro addosso altrui e d’insegnare il modo vero di scriverla? Deitá nimiche dell’asinesca tracotanza, perché non condannate voi il Marco Lastri a turarsi la bocca ogni mattina con una manata di fango tratta dal fondo piú limaccioso dell’Arno? Perché solamente riempirgliene il calamaio, quando s’accinge a ficcarvi dentro quella sua penna d’oca? Se questi pochi saggi della lingua adoperata dal signor proposto in quel numero ventinove lo mostrino o non lo mostrino un miccio, che vorrebbe pure immantellarsi nella pelle del lione, ognuno