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DI MAURIZIO TURINETTI A VITTORIO AMEDEO DIDIERO 389 che si sono in questo secolo fatti per ogni parte di quest’isola onde moltiplicarlo, e lunghi gli studi onde poterne produrre in tanta copia da renderlo quasimente comune allo stesso volgo. Contuttociò, l’industria usata per porlo alla portata delle borse anche piú smilze non ha peranco partorito l’effetto che si vorrebbe; e l’ananasso continua ad essere un boccone per le bocche non volgari. Ma due scoperte fatte da poco tempo danno a sperare con molta ragionevolezza che il laudevole disegno verrá pure a riuscire; e quelle due scoperte sono quelle che m’hanno spinto a sconciare il mio signor commendatore con questo foglio, onde se ne possa avvalere aneli ’esso in quella sua bella stufa di Moncalieri (*). La prima scoperta è stata quella di far crescere gli ananassi non piú nel concio composto colle raschiature de’ cuoi e delle pelli, come s’è usato sinora, ma di farli crescere semplicemente nell’acqua. Voglio dire che, invece di ficcare i vasi degli ananassi in quel concio sino all’orlo, non si fa se non riporli in un bacino pieno d’acqua. Da quel pertugio, che ogni vaso s’ha nel centro del suo fondo, la terra, di cui ogni vaso è pieno, viene gradatamente succiando ed attraendo l’acqua del bacino, e nutre la pianta, che s’ha dentro, con tanto amore, che ne diviene vivida e rigogliosa assai piú presto non farebbe nel concio, purché lo stufaiolo s’abbia l’avvertenza di non lasciar mai mancare l’acqua al bacino. A questo modo si risparmia la spesa si del concio e si del mutarlo e del rinnovellarlo tratto tratto, come s’usava per l’addietro. E basta che l’acqua ne’ bacini, tratta dalla cisterna scoperta, che ogni stufa deve avere, s’abbia quel grado di tepidezza, che la stufa dá quando il fuoco è acceso, per comunicare il debito calore alla terra contenuta in ciascun vaso. Il modo adunque, che si viene bel bello introducendo in questo paese e che deve a forza farsi universale, non è piú quello di fare nella stufa un ampio letto di concio, nel quale ficcar poi i vasi; ma sibbene quello di porre que’ vasi, (1) Cittá lontana tre miglia da Torino.