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vegetabili, che moltiplicano mirabilmente i diletti e i conforti di questa grama vita. Coll’aiuto delle stufe, non soltanto si somministra al gusto, durante una buona parte dell’anno e prima de’ tempi soliti, una piacevolissima varietá di frutti nostrani e stranieri; ma si ottengono pure infinite sorte di fiori, che rallegrano la vista colla varia bellezza de’ loro colori e l’odorato colle tante diverse fragranze che tramandano. La spesa d’una stufa era un tempo si grande, che i soli signori piú opulenti potevano soffrirla e procurarsi quell’esotiche dolcezze. Ma l’arte di fabbricarle e di mantenerle s’andò in processo di tempo intendendo e facilitando in siffatto modo, che al- di d’oggi anche le genti di mediocrissima ricchezza son pur giunte ad averne una in qualche lato delle loro piccole ville, tanto che si godon ora i fiori piú vaghi e i frutti piú saporosi quanto qualsivoglia signoraccio. Vuol Ella piú, commendatore, che molte persone, provvedute quasimente di null’altro che d’industria e di buonvolere, s’hanno ridotta l’arte a mestiero nelle vicinanze di questa metropoli; e, prendendo a pigione per tant’anni un qualche pezzo di terreno, vi fabbricano sú delle stufe quante ne può comodamente contenere, e vi moltiplicano dentro i frutti e i fiori per tal modo, che ne forniscono quindi questi pubblici mercati ad un prezzo molto decente? Il re di tutti i frutti è certamente quello che da noi, con vocabolo bello ancorché barbaro, si chiama l’«ananasso». Il desiderio principalmente di procurarsi quel frutto, accordato dalla natura ai soli climi costantemente caldi, ne’ quali s’ottiene con facile coltura, è quello che induce principalmente gl’inglesi a fabbricarsi tante stufe. L’uve, i fichi, le pesche, le susine, le ciriege, le fragole e gli altri frutti non sono in Inghilterra che un oggetto secondario, poiché in qualche parte dell’anno possono pur averne all’aria aperta de’ mediocremente buoni per mezzo d’una sollecita coltura. Ma gli è l’ananasso quello che ciascuno agogna d’avere, come quello che fa con molta ragione la prima superbia delle loro mense e che conchiude i pranzi loro con molta magnificenza. Grandi dunque sono stati gli sforzi