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l’oculatezza politica di que’ consiglieri e di que’ ministri, ma la bontá comune, l’umanitá e la coscienza loro, che non gli fanno volgere il guardo ad un disordine, ad un male, a cui nessun epiteto s’adatta si bene quanto quello di «diabolico»? Aimè, don Vittorio, che il diavolo, e nessun altro se non il diavolo, fu quello che suggerí agli uomini l’idea d’istituire le fraterie, sapendosi molto bene dal maladetto come alla parte maggiore degli uomini è assolutamente impossibile il menare quella vita pura ed immacolata, che il fratesco celibato suppone e che ogni bestiolina imberbe ed imbecille ardisce prosuntuosamente promettere a Dio di menare, allorquando s’incappuccia! Si, si: il diavolo, il maladetto diavolo, fu quello che suggerí quella funesta idea, per cosi tirare un grosso numero d’uomini a mancare a Dio della lor parola, e conseguentemente per poter cosi popolare con facilitá e con prestezza quell’orribile baratro del quale piacque al Signor Dio concedergli le chiavi e il dominio! Ma ecco ch’io sono ricaduto nella parte morale, anzi pure teologica, del mio argomento! Deh, torniamo ad allontanarcene in fretta, onde non mi vengano dette delle veritá si crude, si disperate, da far arricciare i capegli in capo ad ogni vero cristiano! Rientrando adunque nella politica di questa cosa, facciamo un po’ il conto, don Vittorio, di quella tanto enorme spesa che il mantenimento de’ nostri diciottomila frati richiede in modo indispensabile, onde poter quindi avere sotto il nostr’occhio una qualche parte di quel tanto danno, che una tanta feccia di fratismo cagiona innegabilmente al paese nostro. Pogniamo, signor mio, che, per provvedere un semplice frate di tutto il necessario al suo genere di vita, si richieggano soltanto due paoli e mezzo ciascun di dell’anno. Evidentissima cosa è che il mantenimento di quel tal frate ascenderá, alla piú trista, a novecento paoli ciascun anno. Multiplichiamo que’ novecento paoli per diciottomila (poiché a tanti monta il numero de’ frati), ed eccoti supputata una somma di danaro che ascende a sedici milioni e dugentomila paoli, indispensabile al loro mantenimento. Che le pare, don Vittorio, di questa