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per lo piú avere. Questa si, sarebbe umiltá, e della buona, anzi dell’ottima, della veramente cristiana! Ma sinattanto che i titoli e gli appellativi loro staranno come stanno; sinattanto che i frati ruberanno il «reverendo» e il «colendissimo» ai santi del cielo; sinattanto che si chiameranno come sogliam chiamare gli stessi condottieri degli eserciti; sinattanto in somma che gli appellativi e i titoli loro saranno fastosi e pomposi e magni e rimbombanti, e’ mi sará pur impossibile, signor Giacinto, venire dalla sua e dirli «umili», perché i termini implicano ad ogni modo un contraddicimento de’ piú manifesti. Mill ’altre ragioni potrei addurre per provare la sua tesi falsa falsissima da capo a fondo; ma bastino per oggi queste poche. Faccia intanto di star sano e cominci a ricredersi sull’articolo della povertá e dell’umiltá, ché né l’una né l’altra sta di casa tra i frati, o ch’io sono tanto babbione quanto le sono buon servidore.