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da sentire, occhi da leggere, senso da distinguere? Ben lo sapevo, monsignore, come cotesti incappucciati vanno ciascun giorno tralignando e diventando piú corrotti, piú discoli, piú ciechi della mente! Ma che m’avessero a riuscire tanto audacemente sfrontati da scegliersi per generale un Appiano Buonafede, oh, questa, monsignore, questa non me l’aspettava, questa non la digerirò mai! Oh, dignitá principali del cristianesimo! in quali scure buche v’andate voi d’ora in ora cadendo, anzi pure in quali sozze fogne tombolando! Oh, Roma santa! E questi sono gli argini che tu opponi ai ribocchi di que’ fiumi d’eresia, che sempre piú minacciano d’inondare, di sommergere i pochi campi lasciatici intatti da Lutero e da Calvino! E questi sono i baloardi co’ quali tu pensi difenderti da quelle numerose artiglierie di deismo e d’ateismo, che ti battono tuttora in breccia da tutte parti! Ma lasciamoli fare, monsignor mio, lasciamoli fare cotesti sciagurati d’ incappucciati, sempre piú corrotti, sempre piú discoli, sempre piú sfrontati. Lasciamogliela rimescere a modo loro questa iniqua faccendaccia. Alla fin fine e’ s’anderanno pure zappando la terra sott’a’ piedi, s’andranno pure distruggendo e rovinando da se stessi, malgrado la tanta cecitá de’ nostri governi, che li scorgono diventare ogni di peggiori e che vogliono pur continuare a soffrirli. Giá il mondo cattolico si va scuotendo dal lungo sonno; giá sbaviglia e si frega gli occhi. Un altro mezzo secolo di flemma, e si sveglierá del tutto Anche i gesuiti fecero e fecero. E che n’avvenne? Che furono finalmente annichilati. I celestini s’annichileranno tosto anch’essi a forza di fare e di fare: e cosi, una dietro l’altra, tutte coteste insane fraterie, che quanto piú invecchiano piú vanno imbastardendosi, piú infradiciandosi, piú ammorbando l’universo col tanto lezzo d’ogni loro ceto, col tanto fetore che ogni loro imputridito membro tramanda! Una pazza politica s’ha empiuto ogni nostro paese di frati; ma il proverbio si verificherá tosto che «il soverchio rompe il coperchio»; e la loro tanta corruttela ci libererá pur un tratto di cosi transandata genia, oggimai non piú buona ad altro che a dare degli scandoli e a far letame.